martedì 29 maggio 2018

Calcio e poesia: Osip Mandel'štam / 1


Forse a noi italiani il Mondiale in Russia significherà ben poco, data la mancata qualificazione degli azzurri. E invece trovo stimolante che si giochino delle partite a Mosca, a San Pietroburgo o nell'exclave di Kaliningrad perché sono città che hanno segnato la storia del Novecento. E poi perché reputo la Russia una potenza mondiale in ambito culturale, artistico e musicale.

Per il secondo appuntamento con la "rubrica" sul rapporto tra calcio e poesia vi porto proprio nel Paese che ospiterà a breve i Mondiali. E lo faccio attraverso un letterato poco noto in Italia, o quantomeno dalla fama non paragonabile a quella di un Bulgakov, di un Dostoevskij, di un Tolstoj: si tratta di Osip Mandel'štam, "il più grande poeta russo del novecento". E se l'ha sentenziato un premio Nobel per la letteratura come Iosif Brodskij bisognerà pur crederci. 

mercoledì 23 maggio 2018

Calcio e poesia: Günter Grass


Pochi mesi fa, volendo scrivere un pezzo sul rapporto tra il compositore sovietico Dmitrij Šostaković e il calcio, mi sono imbattuto in un interessante articolo che cita varie opere che scrittori, pittori e poeti russi hanno dedicato in quegli anni al pallone. Dopo un po', rimuginandoci, mi si è accesa la lampadina: perché non scriverne qui, sul mio blog?

E così ho deciso di riportare, in italiano e nella rispettiva lingua d'origine, alcune poesie che hanno per tema il calcio e che sono state composte da grandissimi nomi. E oggi voglio partire addirittura da un Nobel per la letteratura: Günter Grass. Dopo tutto, la Germania è o non è campione del mondo in carica?

giovedì 10 maggio 2018

Duncan Edwards, il più grande


"I migliori biografi sono gli inglesi e gli americani". Ne parlavo giustappunto qualche giorno fa col mio amico Barge, con cui scambio sempre volentieri quattro chiacchiere, specie se si tratta del Carnevaldarsena o di libri di sport. In particolare, lui va matto per quelli editi dalla 66thand2nd. E oggi voglio parlarvi proprio di una biografia scritta da un inglese - meglio, da un gallese - e pubblicata proprio dalla casa editrice romana. Il libro, che ho divorato in pochi giorni, s'intitola "Duncan Edwards, il più grande" ed è uscito lo scorso 26 aprile. Quella che leggete di seguito è la mia recensione - la prima, oltretutto, ad apparire sul mio blog...

Pelé. Maradona. Cruijff. Di Stéfano. Se ci venisse sottoposta l'annosa domanda su chi sia stato il più forte calciatore di ogni epoca, i nomi da snocciolare risulterebbero sempre gli stessi - magari i ragazzi nati nel nuovo millennio, per ovvie ragioni anagrafiche, ribatterebbero 'Messi' o 'Ronaldo' (quello portoghese). A nessuno verrebbe di sicuro in mente di uscirsene con un "Duncan Edwards", figura pressoché sconosciuta in Italia se non ai nerd del pallone ma entrata nel mito al di là della Manica.