giovedì 1 marzo 2018

Il derby di Atene su "Rivista Undici"



È sempre un motivo di orgoglio vedere il mio nome sul sito di Rivista Undici. Tanto più dopo aver toccato gli argomenti che più mi piacciono. E, che si tratti di sport o di qualcos'altro, cosa c'è di meglio che scrivere di Grecia, anzi, di Atene, meglio ancora, di calcio ad Atene? Ecco, oggi ho scritto qualcosa sul derby tra Olympiakos e Panathinaikos, a mio modesto parere una delle rivalità più accese e meravigliose da raccontare, tra passato e presente.

La mente non può non correre a quella domenica 21 marzo di otto anni fa, ai bar e i kafenìo di Fokionos Negri nel quartiere di Kipseli che trasmettevano la partita, alle birre che scorrevano a fiumi sui tavolini. Naturalmente fra gli avventori c'ero pure io, che ad Atene ci abitavo, e mi trovavo lì con una compagnia piuttosto eterogenea: tra questi ricordo un ragazzo greco che mi spiegò che, alla fin fine, i presidenti delle due rivali avevano buoni rapporti nel campo degli affari. E poi c'era Diana, una ragazza spagnola che ricordo sempre con piacere perché mi ha insegnato una lingua bellissima e mi ha arricchito molto come persona. 

Finì 1-0 per l'Olympiakos, che bissò il successo dell'andata ma non riuscì ad evitare che gli acerrimi nemici vincessero lo scudetto, grazie al guizzo dell'attaccante inglese Derbyshire che entrò dalla panchina. Quel giorno mi feci una bella abbuffata di partite di pallone, con Milan-Napoli e Manchester United-Liverpool nel primo pomeriggio in un bar vicino a casa mia - che, come tutti i pubblici esercizi di Atene, vendeva a carissimo prezzo una tazza di caffè - e Saragozza-Barcellona in tarda serata seguita a sedere su una pila di casse fuori da un supermercato, oltretutto di fianco a una fermata dell'autobus, in linea d'aria con lo schermo di un locale che stava dall'altro lato della strada.

Otto anni dopo ecco cosa ho scritto di questa partita, che non sarà mai una qualunque.  
   

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