sabato 18 agosto 2018

1968: quando Năstase trionfò a Viareggio


Circolo del tennis di Viareggio, uno dei più antichi d'Italia. Mezzo secolo fa preciso preciso. È una domenica di metà agosto - il 18, per la precisione - e al fresco della Pineta di Ponente, il grande polmone verde immerso nel centro città, tutti attendono la finalissima del torneo.

In una metà del campo s'accomoda uno dei nomi illustri di quell’epoca, apprezzato specialmente come doppista: è lo jugoslavo Boro Jovanović.

Dall’altra, invece, scalpita un giovanotto talentuoso e sbruffone che famoso (eufemismo) lo diverrà invece di lì a poco: è rumeno, si chiama Ilie Năstase.

Le aspettative del pubblico non andranno deluse.

giovedì 12 luglio 2018

Cosa ci ha lasciato Francia 98



Le coppiette che si sbaciucchiavano e si giuravano amore eterno sulle struggenti note di “My heart will go on”, meglio se accompagnate da un ballo lento. I pomeriggi interminabili a consumare i videogiochi di calcio con “Song 2” dei Blur e “Tubthumping” dei Chumbawamba in sottofondo - tanto avete già capito dove voglio andare a parare. Le ragazzine che si strappavano i capelli per Nick Carter dei Backstreet Boys. Il brit pop ormai sdoganato a tutti gli effetti, le All Saints e le B*Witched che provano a scalzare le Spice Girls. Le calde, per non dire afose, sere d’estate con l’immancabile gelato in mano ma non il cellulare, ché all’epoca non era ancora un bene di consumo di massa.

Eh no, caro Platini: la storia del “piccolo imbroglio” nei sorteggi del Mondiale del 1998 non può cancellare i ricordi di noi trenta-e-qualcosa-enni che all’epoca eravamo degli ingenui adolescenti sognatori. E soprattutto, così a posteriori, non può rientrare nel lascito di un torneo che è stato la perfetta transizione dal calcio degli anni Novanta a quello “moderno” dai più vituperato -  ma che, cari seguaci della nostalgia, è germogliato proprio nel periodo storico che tanto rimpiangete.

venerdì 22 giugno 2018

Storie mondiali: la maglia della Mano de Dios


La rivincita sul campo di calcio tra argentini e inglesi dopo la guerra delle isole Falkland – o, se preferite, Malvinas. La mano de Dios propiziata da un colpo di genio (secondo gli ammiratori di Diego Armando Maradona) o da una furbata tipica del personaggio (a detta, invece, dei detrattori). Il gol più bello mai ammirato in uno stadio – e qui siamo tutti d’accordo. 

Argentina-Inghilterra, quarto di finale dei Mondiali messicani del 1986, è passata ai posteri per i motivi sopra elencati. 

Eppure c’è una bizzarra storia ai più sconosciuta legata alla partita che consacrò Maradona in tutte le sue sfaccettature – quella della maglia azzurra indossata proprio dallo scugnizzo argentino e dai suoi compagni di squadra.

martedì 29 maggio 2018

Calcio e poesia: Osip Mandel'štam / 1


Forse a noi italiani il Mondiale in Russia significherà ben poco, data la mancata qualificazione degli azzurri. E invece trovo stimolante che si giochino delle partite a Mosca, a San Pietroburgo o nell'exclave di Kaliningrad perché sono città che hanno segnato la storia del Novecento. E poi perché reputo la Russia una potenza mondiale in ambito culturale, artistico e musicale.

Per il secondo appuntamento con la "rubrica" sul rapporto tra calcio e poesia vi porto proprio nel Paese che ospiterà a breve i Mondiali. E lo faccio attraverso un letterato poco noto in Italia, o quantomeno dalla fama non paragonabile a quella di un Bulgakov, di un Dostoevskij, di un Tolstoj: si tratta di Osip Mandel'štam, "il più grande poeta russo del novecento". E se l'ha sentenziato un premio Nobel per la letteratura come Iosif Brodskij bisognerà pur crederci. 

mercoledì 23 maggio 2018

Calcio e poesia: Günter Grass


Pochi mesi fa, volendo scrivere un pezzo sul rapporto tra il compositore sovietico Dmitrij Šostaković e il calcio, mi sono imbattuto in un interessante articolo che cita varie opere che scrittori, pittori e poeti russi hanno dedicato in quegli anni al pallone. Dopo un po', rimuginandoci, mi si è accesa la lampadina: perché non scriverne qui, sul mio blog?

E così ho deciso di riportare, in italiano e nella rispettiva lingua d'origine, alcune poesie che hanno per tema il calcio e che sono state composte da grandissimi nomi. E oggi voglio partire addirittura da un Nobel per la letteratura: Günter Grass. Dopo tutto, la Germania è o non è campione del mondo in carica?

giovedì 10 maggio 2018

Duncan Edwards, il più grande


"I migliori biografi sono gli inglesi e gli americani". Ne parlavo giustappunto qualche giorno fa col mio amico Barge, con cui scambio sempre volentieri quattro chiacchiere, specie se si tratta del Carnevaldarsena o di libri di sport. In particolare, lui va matto per quelli editi dalla 66thand2nd. E oggi voglio parlarvi proprio di una biografia scritta da un inglese - meglio, da un gallese - e pubblicata proprio dalla casa editrice romana. Il libro, che ho divorato in pochi giorni, s'intitola "Duncan Edwards, il più grande" ed è uscito lo scorso 26 aprile. Quella che leggete di seguito è la mia recensione - la prima, oltretutto, ad apparire sul mio blog...

Pelé. Maradona. Cruijff. Di Stéfano. Se ci venisse sottoposta l'annosa domanda su chi sia stato il più forte calciatore di ogni epoca, i nomi da snocciolare risulterebbero sempre gli stessi - magari i ragazzi nati nel nuovo millennio, per ovvie ragioni anagrafiche, ribatterebbero 'Messi' o 'Ronaldo' (quello portoghese). A nessuno verrebbe di sicuro in mente di uscirsene con un "Duncan Edwards", figura pressoché sconosciuta in Italia se non ai nerd del pallone ma entrata nel mito al di là della Manica.

lunedì 12 marzo 2018

I 70 anni del Torneo di Viareggio su "Rivista Undici"



Scrivere per Rivista Undici è sempre un piacere, figuriamoci quando si tratta della mia città e di un torneo al quale sono e sarò sempre legato. Oggi, giorno in cui viene fischiato il calcio d'inizio della Viareggio Cup, riepilogo i primi settanta anni di storia di questa competizione giovanile che è perfino più antica della Coppa dei Campioni-Champions League e degli Europei per nazionali.

giovedì 8 marzo 2018

Viareggio e la nazionale femminile di calcio



Dato che oggi è l'8 marzo, mi pare doveroso ricordare che mezzo secolo fa - per l'esattezza il 23 febbraio 1968 - la nazionale di calcio femminile dell'Italia giocava la sua prima partita in assoluto a Viareggio. Sì, avete letto bene: a Viareggio. 

Per la cronaca le azzurre superarono di misura la Cecoslovacchia (2-1) che pochi giorni dopo avrebbe poi festeggiato il trionfo del Dukla Praga alla Coppa Carnevale. 

E sempre per la cronaca fu a Viareggio che nacque l'11 marzo seguente la Federazione Italiana Calcio Femminile. Di lì a pochi mesi furono gettate le basi anche del primo campionato nazionale di calcio femminile, con dieci squadre suddivise in due gironi - Ambrosiana, Genova, Pro Loco Travo, Pro Viareggio e Real Torino da una parte, Cagliari, Giovani Viola, Lazio 2000, Napoli e Roma dall'altra. 

Un pezzo di storia cittadina, ma anche nazionale, che non dovremmo dimenticare.

giovedì 1 marzo 2018

Il derby di Atene su "Rivista Undici"



È sempre un motivo di orgoglio vedere il mio nome sul sito di Rivista Undici. Tanto più dopo aver toccato gli argomenti che più mi piacciono. E, che si tratti di sport o di qualcos'altro, cosa c'è di meglio che scrivere di Grecia, anzi, di Atene, meglio ancora, di calcio ad Atene? Ecco, oggi ho scritto qualcosa sul derby tra Olympiakos e Panathinaikos, a mio modesto parere una delle rivalità più accese e meravigliose da raccontare, tra passato e presente.

domenica 25 febbraio 2018

Sport e Carnevale di Viareggio: il tennis


Quando menava colpi su colpi con la racchetta a soli diciotto anni, nessuno osava fantasticare che quel valido giovanotto sarebbe un giorno diventato un regista talmente apprezzato da vincere un Leone d’Oro a Venezia e due David di Donatello ed esser nominato per ben quattro volte agli Oscar. Epperò a Viareggio è successo pure questo: ottant’anni fa un giovane Gilberto – per tutti, semplicemente, Gillo – Pontecorvo partecipò a un torneo in pieno Carnevale, sui campi del circolo nella pineta di Ponente. 

Era il 1938 e di lì a qualche mese sarebbero partiti i lavori di realizzazione delle tribune in cemento armato tuttora esistenti: le progettò Giorgio Frette, viareggino laureatosi al Politecnico di Milano e fondatore del Gruppo 7 così come del Miar, il Movimento italiano per l’architettura razionale.

venerdì 23 febbraio 2018

I trofei scomparsi: la Coppa Carnevale di nuoto



C’è la Coppa Carnevale di calcio che da oltre mezzo secolo fa esibire sul prato dello stadio dei Pini gli “assi del domani”, come recita l’inno composto da Aldo Valleroni e Stefano Sciarra. E poco più in là, nella piscina comunale vergognosamente chiusa da mesi, c’è stata un’altra Coppa Carnevale – quella di nuoto - che ha portato a Viareggio una sfilza di giovani promesse che avrebbero poi messo al collo medaglie europee, mondiali e olimpiche. Una storia avvincente, iniziata quarant’anni fa e finita tuttavia in malo modo nell’indifferenza generale.

giovedì 15 febbraio 2018

"Il calcio balletto delle masse": Dmitrij Šostakovič


A volte è incredibile come basti un impulso, anche il più banale e insignificante, a stimolare delle idee per un testo da scrivere. È andata più o meno così: due domeniche fa ero, assieme alla mia bimba Alice, ad assistere alla sfilata dei carri del Carnevale di Viareggio - e di quale altro, sennò? 

Ecco, a un certo punto ne passa uno di quelli che più mi piacciono: s'intitola "Papaveri rossi" ed è un'allegoria sugli orrori della guerra. I figuranti sono tutti travestiti da soldati ed eseguono varie coreografie, preparate nel corso di alcuni mesi, sulle note di una colonna sonora appositamente scelta. 

Sto fissando quest'insolita scenografia fatta da un campo di papaveri giganti in cartapesta quando dalle casse esce una musica a me nota: è il Valzer 2 di Dmitrij Šostakovič, utilizzato nei titoli di coda del film "Eyes wide shut". La sinfonia, tornata alle mie orecchie dopo tempo immemore, mi rimbomba nella testa nei giorni successivi fino a che mi riaffiora un ricordo che avevo rimosso: ma Šostakovič non andava matto per il calcio? Inizio a fare un po' di ricerche e, beh, eccomi qui...

"Ascoltare il calcio alla radio è come bere Stolichnaya importata"
(Dmitrij Šostakovič)

'Era un tifoso rabbioso. Si comportava come un bambino. Sussultava. Urlava. Gesticolava'. Una descrizione esemplare per mettere in parole l'irrazionalità tipica dello sportivo che, da sempre al fianco della squadra che gli fa palpitare il cuore, passa dall'euforia per la vittoria alla disperazione in caso di sconfitta. Eppure a mostrare quelle attitudini era un uomo all'apparenza insospettabile, un timido e introverso compositore, addirittura uno dei più apprezzati dell'intero Novecento: Dmitrij Šostakovič. Che ha amato il pallone quanto e forse più degli spartiti. Anzi: a detta della sua biografa Laurel Fay, "il calcio offrì a Šostakovič una via di fuga sia dalla musica che dalle preoccupazioni della vita quotidiana".

domenica 11 febbraio 2018

Sport e Carnevale di Viareggio: il ciclismo



È stata ribattezzata la “città delle occasioni perse”, Viareggio, e non c'è da stupirsi del poco invidiabile appellativo: specialmente nello sport s’è perso il conto degli eventi nati in riva al Tirreno che hanno via via alzato bandiera bianca. Eppure una competizione ormai defunta è ritornata in vita: in concomitanza con il secondo corso mascherato Burlamacco ha riabbracciato il Trofeo Ondina, gara per gli amanti della bicicletta che tra gli anni Ottanta e Novanta arrivò a totalizzare quasi venti edizioni. Merito dell’Acsi, che ha affiancato alle classiche categorie amatoriali le specialità paralimpiche e la nuova disciplina a scatto fisso.

domenica 21 gennaio 2018

I trofei scomparsi: la Coppa Carnevale di basket



Per gentile concessione di Claudio Sodini
Oggi pubblico uno dei pezzi di cui vado e sempre andrò più orgoglioso. Un pezzo che abbina il Carnevale della mia città, Viareggio, allo sport, le mie due grandi passioni. Si parla di Coppa Carnevale, ma non il celebre torneo mondiale di calcio giovanile: no, questo è un altro, di cui non si trova pressoché nulla in rete se non negli archivi di qualche giornale - ma bisogna spulciare ben benino - e che ha per protagonista la pallacanestro, il primo sport che ho praticato da bambino nella palestra del vecchio Gymnastic Club in via Paolo Savi in Darsena con alcuni compagni di classe.

Pochi mesi fa è nata la (pazza) idea di sottrarre questa meravigliosa storia all'oblio e riportarla alla luce. Giornalisticamente parlando, è stata un'autentica sfida: quando ho contattato la società di basket di Viareggio per un aiuto, mi è stato risposto che potevo contattare uno storico, un ex allenatore e giocatore, di cui non avevano alcun recapito telefonico. 


Non mi sono però perso d'animo e grazie a un'intuizione di una persona - Gigi Becagli del mitico Hotel Bellariviera - ho trovato la mia fonte al Sor Emilio, un bar del centro città: "Va lì tutti i giorni a giocare a biliardo o a carte con gli amici", mi dice. Detto, fatto: quella con Ilo Mannocci è stata una lunga e meravigliosa chiacchierata, ricca di aneddoti e storie che mai avrei potuto trovare sui giornali.

Da lì ho contattato altre persone che trovate menzionate fra gli intervistati o citate tra i ringraziamenti. Quello che leggete di seguito è il frutto delle ricerche di questi mesi e a dir la verità manca qualche piccolo pezzo da aggiungere: ci sarà tempo e modo anche per quello...