sabato 18 febbraio 2017

#baggio50: tanti auguri Roberto!




Se penso a Roberto Baggio si accavallano ricordi su ricordi. Mi limiterò a condividerne tre. 

Il primo: era l'estate 1994 ed ero in vacanza sulle Dolomiti con la mia famiglia. Era la sera d'Italia-Nigeria, ottavo di finale dei Mondiali di USA 94: mia madre, mia zia e le mie due cugine più grandi uscirono per una passeggiata mentre io, mio padre e mio zio restammo al residence a vedere la partita. Galeotto fu il Mondiale americano: mi innamorai del calcio e da lì non ho più smesso di seguirlo. A una manciata di minuti dalla fine eravamo praticamente eliminati, io stavo sprofondando sul divano con l'aria corrucciata. 



Poi, come un'epifania, si sveglia Roberto Baggio, fin lì il più deludente della spedizione azzurra: servito da Mussi, calcia di prima intenzione e il suo tiro rasoterra finisce proprio tra la mano destra di Rufai e il palo. 1-1- Una liberazione. Per i tifosi italiani, ma anche per il fantasista col codino: ci porterà dritti dritti in finale. Dove gioca titolare nonostante un guaio muscolare e manda alle stelle il rigore decisivo. Lacrime, tante lacrime. 

Il secondo: sono passati tre anni, siamo ancora in estate e sui giornali esce la notizia che Baggio è ormai vicinissimo a firmare con il Parma, la mia squadra del cuore. Un sogno. Che il giorno dopo è già svanito: Carlo Ancelotti dichiara che farebbe fatica a trovargli un posto nel suo modulo (in quegli anni il 4-4-2 sacchiano è un dogma e chi prova a schierare mezzepunte un eretico) e si vocifera che Enrico Chiesa sarebbe pronto ad andarsene sbattendo la porta. Lo stesso Ancelotti, poi, qualche anno dopo non avrà timore di schierare non uno bensì due trequartisti alle spalle di un attaccante. E io rimarrò sempre con la curiosità di vedere Baggio al Parma... 

Il terzo: stagione 2003-04. L'ultima di Baggio, che si ritirerà a fine campionato. In una domenica di marzo c'è Parma-Brescia: voglio vedere Baggio dal vivo. E, magari, assistere al suo duecentesimo gol in Serie A. Mio padre mi asseconda, tanto che mi comprerà il libro sui 90 anni del Parma in vendita all'ingresso dei distinti laterali. Sul 2-1 per il Parma arriva il momento tanto atteso: Baggio fa una finta e mette a sedere Ferrari, fugge a Potenza e batte Frey con un preciso diagonale. Tutto il "Tardini", dico, tutto il "Tardini" si alza in piedi ad applaudirlo come del resto aveva fatto ogni volta che batteva un calcio d'angolo o una punizione. 



E siccome il calcio ha sempre delle storie meravigliose da raccontarci, quella gioia personale per Baggio arriva in uno stadio che lo legava a un terribile ricordo: era il 23 gennaio 2002 quando, poco prima di una partita di Coppa Italia tra Parma e Brescia, arrivò la notizia che il calciatore delle rondinelle Vittorio Mero era morto in un incidente stradale. Baggio fu tra i primi ad abbandonare il campo in lacrime prima che la gara venisse rinviata. 

E allora, buona cavalcata di mezzo secolo Roberto. E peccato che avevo solo un anno quando proprio al Torneo di Viareggio giocasti le tue prime partite con la Fiorentina dopo un tremendo infortunio...

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