sabato 26 dicembre 2015

Sheffield e il Boxing Day Massacre


Photo owlstalk.co.uk
Tu chiamale, se vuoi, tradizioni: addobbare albero e presepe l'8 dicembre di ogni anno, trascorrere la sera della vigilia sempre attorno allo stesso tavolo, scartare i regali allo scoccare della mezzanotte oppure aspettare la mattina successiva. Ma in Inghilterra il Natale si arricchisce di un ulteriore rituale, il Boxing Day: quel giorno si distribuiscono gli avanzi di un pranzo luculliano, inscatolati, ai bisognosi. e soprattutto si torna a tifare per la squadra del cuore, quasi fosse un sabato o una domenica qualsiasi.

Di là dalla Manica usa così: la mattina di Natale tutti a tavola con i famigliari, il giorno successivo meglio il verde del campo di gioco che quello dell'albero di Natale. Una tradizione nata nel lontano 1860, quando Hallam Football Club e Sheffield Football Club si sfidarono sul campo di Sandygate. 119 anni dopo, sono altre due squadre a far palpitare gli sportivi della città delle acciaierie.

mercoledì 25 novembre 2015

L'esilio dello Shakhtar Donetsk



Foto espn.com
Giocare in casa a 1.236 chilometri da... casa. È la assurda situazione che lo Shakhtar Donetsk, la seconda squadra di calcio più titolata in Ucraina, sta vivendo da quasi due anni. Da quando, precisamente, nell'Ucraina orientale è iniziato il conflitto tra le truppe del governo ucraino e i separatisti filorussi - si ricorderà la crisi di Crimea e l'annessione alla Federazione russa dell'omonima penisola affacciata sul Mar Nero.

lunedì 12 ottobre 2015

"Storie (stra)ordinarie di sport" premiato a Overtime



Tu chiamale, se vuoi, soddisfazioni. Sabato scorso "Storie (stra)ordinarie di sport" è stato premiato a Macerata nell'ambito di Overtime, festival del racconto e dell'etica sportiva giunto alla sua quinta edizione: quest'anno è stato istituito un concorso per tutti coloro che gestiscono e scrivono su siti web e blog. E "Storie (stra)ordinarie di sport" è stata una delle realtà premiate dalla giuria di qualità di Overtime Web Festival, composta da giornalisti sportivi e atleti.

venerdì 9 ottobre 2015

USA-Messico, rivalità di frontiera



L'hanno già definito, forse con un pizzico di esagerazione, "the most important non-World Cup match in ages" nella storia della rivalità tra Stati Uniti e Messico. Ed effettivamente l'incrocio di sabato prossimo, per quanto privo del pathos suscitato da una partita ai Mondiali, non è minimamente assimilabile a una semplice amichevole. Perché sul prato del "Rose Bowl" di Pasadena le nazionali dei due Paesi confinanti duelleranno per afferrare la CONCACAF Cup e qualificarsi per la Confederations Cup che fungerà da prodromo ai Mondiali in Russia. Sarà la sessantaseiesima volta che statunitensi e messicani si sfideranno correndo dietro un pallone da calcio. E il clima sarà particolarmente torrido: si giocherà in California, in passato contesa tra i due Paesi, sotto gli occhi di oltre 90mila tifosi e l'ex calciatore Landon Donovan ha pubblicamente chiesto la testa del ct Jürgen Klinsmann in caso di sconfitta.

Dimenticatevi la finissima sabbia delle spiagge caraibiche, le impervie foreste canadesi, le monumentali piramidi Maya negli staterelli stretti nella morsa tra i due grandi continenti: nel calcio la geografia dell'America settentrionale e centrale è (quasi esclusivamente) un affare tra Stati Uniti e Messico.

martedì 4 agosto 2015

Il grande Górski


Foto leniarski.blox.pl/
Robert Lewandowski, Grzegorz Krychowiak, Kamil Glik, Wojciech Szczęsny: una bella nidiata di talenti fa (ben) sperare i calciofili polacchi di vedere i Biało-czerwoni - i "biancorossi", soprannome affibbiato alla nazionale - risollevarsi dall'anonimato e tornare ad essere una squadra temibile. 

Le qualificazioni agli Europei del 2016 sembrano legittimare un simile ottimismo: la Polonia è alla guida del Girone D con 14 punti, uno in più della Germania campione del mondo clamorosamente sconfitta con due reti di scarto lo scorso ottobre a Varsavia. Dopo la delusione dell'ultimo Europeo, dove i polacchi sono usciti miseramente al primo turno pur giocando sul suolo natio, arrivare in Francia a non rimediar figuracce è una giusta ambizione. 

Ma forse, con il dovuto rispetto ai selezionatori alternatisi in questi anni sulla panchina biancorossa, quello che manca alla nazionale e all'intero movimento è forse un erede del più carismatico e influente tra gli allenatori polacchi: Kazimierz Górski.

sabato 25 luglio 2015

One love: Bob Marley e il calcio


"Se non fossi diventato un cantante sarei stato un calciatore.. o un rivoluzionario. Il calcio significa libertà, creatività. Significa dare libero corso alla propria ispirazione"
(Bob Marley)

Per chi, come me, è nato negli anni Ottanta e cresciuto nel decennio successivo, tra i ricordi legati ai Mondiali in Francia del 1998 che riaffiorano alla mente c'è sicuramente la storica partecipazione della Giamaica, rimasta finora confinata a quell'edizione. 

I Reggae Boyz furono eliminati già al primo turno ma, almeno, conobbero la gioia del primo successo battendo il Giappone. Era la Giamaica delle treccine di Teddy Whithmore, del "Ronaldo dei Caraibi" Deon Burton, del portiere che aveva disegnate foglie di marijuana sulle maniche della maglia. 

 E siccome domani la nazionale caraibica contenderà al Messico la Gold Cup - chi l'avrebbe mai detto che avrebbero sbattuto fuori gli strafavoriti americani? - oggi celebro il legame tra il calcio e uno dei giamaicani, se non il giamaicano, più celebri e celebrati in tutto il mondo: Bob Marley.


venerdì 10 luglio 2015

Vanuatu-Micronesia 46-0: ma è davvero record?


Foto www.portmoresby2015.com
114 gol subiti, e zero segnati, in appena tre partite: difficilmente negli Stati Federati di Micronesia, composti da ben 607 tra isole e atolli, dimenticheranno l'esordio assoluto della loro nazionale di calcio Under 23 sulla scena mondiale ai Giochi del Pacifico (ex Giochi del Sud Pacifico), in svolgimento a Port Moresby in Papua Nuova Guinea.

L'eco delle imprese al contrario della giovanissima rappresentativa ha attraversato gli oceani ed è arrivato sino all'Europa. Suscitando ilarità, certamente. Ma mettendo a nudo anche il diverso approccio alla notizia da parte degli organi d'informazione italiani e inglesi.

giovedì 9 luglio 2015

Nasce "Collettivo Zaire74"


Collettivo Zaire74 si presenta al mondo con la sua nuova Guida Completa alla Gold Cup 2015 in e-book formato mobi, epub e pdf.

«Collettivo Zaire74 è un gruppo aperto di giornalisti e blogger sportivi, ognuno con i propri interessi, le proprie competenze e il proprio approccio. A partire da Brasile 2014 e dalla Coppa d'Africa 2015 ci riuniamo in occasione dei grandi eventi calcistici continentali o globali per pubblicare guide approfondite al torneo. Di fronte all'omologazione e alla qualità scadente dell'informazione sportiva, facciamo come Ilunga Mwepu: ci stacchiamo dalla barriera e, in barba a ogni regola, decidiamo di calciare noi il pallone». 


mercoledì 8 luglio 2015

1995-2015: venti anni di Mondiali di beach soccer


Foto Pinterest.com
Se dovessimo associare la parola "calcio" a una nazione, la relazione - detta in termini matematici - non sarebbe univoca: varrebbe la pena di enumerare Italia, Brasile, Germania, Argentina, Inghilterra, Olanda, Spagna e tanti altri. Ma se parliamo di calcio in spiaggia - o, meglio ancora, di "beach soccer" - allora non ci sono dubbi: la mente corre subito al Brasile. 

E non solo per le ormai inflazionate foto di ragazzini e adulti che si sfilano il pallone sui lidi di Rio de Janeiro dalla sabbia candida come neve: esattamente venti anni fa la spiaggia di Copacabana ospitò i primi Mondiali di beach soccer. Una manifestazione che nel frattempo si è allargata, è cresciuta e ha ottenuto il benestare della FIFA. Una sfida che si rinnova da domani fino al 19 luglio a Praia de Baía a Espinho in Portogallo. E, per me personalmente, ci sono cinque buoni motivi per tifare Italia - la presenza dei miei cinque concittadini Dario (Ramacciotti), Gabriele (Gori), Matteo (Marrucci), Michele (Di Palma) e Simone (Marinai).

lunedì 6 luglio 2015

Zanzibar tra calcio e sogni d'indipendenza


Era da mesi che volevo scrivere questo pezzo. Di sicuro da dicembre, dopo essere stato a Zanzibar per una settimana. Dopo essere passato, a bordo di un pulmino, a fianco dello stadio nazionale. Dopo aver ammirato le appassionanti sfide di pallone tra masai e zanzibarini giocate sulla spiaggia di Kiwengwa senza arbitri e con porte rudimentali. Eccolo qua, finalmente...

Otto riflettori con l'aspetto da scala a pioli sembrano quasi esortare ad arrampicarsi sulle nuvole e annunciano la presenza di un campo di calcio come un faro avvisa i naviganti della prossimità di un porto. Le linee morbide della tribuna dello stadio Amaan rievocano i flutti del mare. Ma l'armonia della struttura stride con le tettoie posticce delle baraccopoli, le griglie di lampadine cozzano con le tenebre delle strade attigue, all'apparente solidità dell'impianto fanno da contraltare palazzi fatiscenti. Benvenuti a Zanzibar, l'isola delle spezie, terra di spiagge da cartolina quanto di profondi contrasti, dove il pallone mantiene vivi i sogni d'indipendenza.

Foto Simone Pierotti

domenica 10 maggio 2015

Red Bulls-City, primo derby di calcio a New York - 2


Foto gordonhill11.com
(continua da - 1)

Noisy neighbors. Mentre i Red Bulls traslocano nel nuovo stadio, il commissioner della MLS Don Garber culla il sogno di ammettere al massimo campionato una seconda franchigia newyorkese. Magari con una prestigiosa squadra europea in cabina di regia.

Dopo i tentativi - infruttuosi - con Fred Wilpon, proprietario della squadra di baseball dei Mets, e con i redivivi Cosmos (curiosamente decideranno di aderire alla rinata NASL, ora relegata a seconda divisione nazionale) la trattativa si chiude con gli sceicchi del Manchester City: a maggio 2013 viene ufficializzato l'ingresso del New York City Football Club quale ventesima franchigia della MLS.

sabato 9 maggio 2015

Red Bulls-City, primo derby di calcio a New York - 1


Foto meetup.com

Un altro derby. L'ennesimo. Ma con un fascino tutto particolare. Dopo Yankees-Mets nel baseball, dopo Knicks-Mets nella pallacanestro, dopo Giants-Jets nel football, dopo Islanders-Rangers nell'hockey su ghiaccio New York si appresta a vivere una sua stracittadina anche nel calcio. 

Succede nella Major League Soccer, il massimo campionato americano: domenica 10 maggio i Red Bulls occuperanno una metà campo dello stadio, i neonati New York City l'altra (per la cronaca: si gioca all'una di notte di lunedì 11 maggio ora italiana). Una rivalità nata lontano dal rettangolo verde che vede coinvolte due icone del capitalismo mondiale. E che potrebbe consolidare la crescita - se non addirittura la definitiva consacrazione - del soccer in uno dei (pochissimi) paesi dove ha dovuto sgomitare per imporsi all'attenzione del grande pubblico.

venerdì 24 aprile 2015

"Sport nell'Europa in guerra", una mostra da non perdere


 Finalmente. Finalmente una vetrina - piccola ma non per questo spoglia di interessanti contenuti - che restituisce dignità allo sport, troppo spesso vituperato come un argomento frivolo, e alle sue innumerevoli sfaccettature politiche e culturali. "Sport, sportivi e Giochi olimpici nell'Europa in guerra (1936-1948)", mostra temporanea itinerante che sta facendo il giro del Vecchio Continente, ha il merito di narrarci una miriade di storie all'interno della Storia con la "s" maiuscola, tra figure abbondantemente celebrate dall'epica sportiva e carneadi strappati all'eterno oblio soltanto in tempi recenti. 

 Allestita nell'ambito delle iniziative per la Giornata della Memoria 2015 grazie al Mémorial de la Shoah di Parigi e ai suoi collaboratori italiani, la mostra ha fatto tappa anche in Toscana: in questi giorni ha trovato casa a Viareggio nell'elegante Villa Argentina, magnifico esemplare di architettura liberty rimasta abbandonata per lungo tempo e recentemente restituita alla città dalla Provincia di Lucca.

domenica 22 febbraio 2015

La Guerra fredda e il "Miracolo sul ghiaccio"


Ebbene sì: per una volta ho scritto anche io di sport invernali, io che non sono un amante della montagna, io che non ho mai messo ai piedi un paio di sci, io che al massimo sono scivolato sulla neve con un innocuo padellino. 

Oggi (ri)propongo un pezzo sulla celebre partita di hockey su ghiaccio tra Stati Uniti e Unione Sovietica dei Giochi olimpici invernali del 1980, passata alla storia come il "Miracle on ice". 

L'articolo è stato scritto per l'ebook collettivo "La Russia di Sochi 2014", pubblicato un anno fa assieme all'amico-collega Nicola Sbetti ed è stato citato su The Post Internazionale e su Neve Italia: spero naturalmente che sia anche di vostro gradimento.

venerdì 23 gennaio 2015

La Coppa d'Africa 1996: gol all'apartheid


Photo media.nola.com
Vi ho annunciato nei giorni scorsi la pubblicazione dell'ebook AfriCalcio, la guida alla Coppa d'Africa 2015 in formato digitale - e scaricabile gratuitamente - alla quale ho collaborato con tre articoli. 

Uno di questi racconta il trionfo del Sudafrica nell'edizione 1996, argomento che avrei sempre voluto trattare nel mio blog: finalmente la partecipazione alla stesura di AfriCalcio me ne ha dato l'opportunità.

P.S. non dimenticate di leggere gli altri due miei contributi

lunedì 12 gennaio 2015

Ecco "AfriCalcio", la guida alla Coppa d'Africa 2015


Sono tornato a scrivere di calcio internazionale - nello specifico: la Coppa d'Africa che inizierà tra pochi giorni in Guinea Equatoriale - e l'ho fatto scrivendo tre articoli per una guida all'evento in formato digitale. È davvero con grande piacere che torno a collaborare con gli amici Damiano Benzoni e Francesco Federico Pagani e che per la prima volta ho firmato un libro (elettronico, ma pur sempre un libro) assieme all'amico e collega Alessandro Mastroluca. 

Oh, la guida è favolosa: prefazione di Filippo Maria Ricci, esperto di calcio africano e corrispondente dalla Spagna della "Gazzetta dello Sport", e intervista con Carlo Pizzigoni (sì, quello di "Storie mondiali" di Federico Buffa). Una piccola anticipazione: dei miei tre articoli voglio segnalarne due in particolare. Il primo: il pezzo storico sulla vittoria del Sudafrica nel 1996, evento che mi riporta agli anni dell'infanzia e a nomi che per me rimangono "esotici" (Radebe, Arendse, "Doctor" Khumalo, gli "italiani" Masinga, Tinkler e Fish). Il secondo: la presentazione della nazionale di Capo Verde, un po' piovuta per caso e un po' fortemente voluta per motivi prettamente personali.